"Il Genio Non Esiste", Barbascura X
Questo libro ha destato molto scalpore nell'ambiente dei divulgatori scientifici. Principalmente, a causa della sua vittoria del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2020. Così, ho voluto leggerlo con i miei occhi.
Indubbiamente bello il messaggio: chiunque può fare grandi scoperte, se si rifà ai predecessori, osserva e ha le giuste occasioni. Ma purtroppo, devo dire, non ne sono rimasta molto soddisfatta. Il testo è scritto con una gran dose di ironia, battute ed episodi di vita dell'autore. Ho molto riso, ma spesso ho trovato tali elementi prolissi e talvolta ripetitivi. Come la replica dei suoi video, ma per iscritto non ha la stessa efficacia. In alcuni punti ho riscontrato errori di forma (ad esempio tempi verbali incompatibili nella stessa frase).
Sono rimasta delusa dal disprezzo nei confronti di alcune caratteristiche degli scienziati di cui narra, come la verginità (mi sembra ci sia già abbastanza stigma in proposito), oppure l'essere disadattati o incapaci laddove probabilmente c'erano sindrome di Asperger (Tesla e Newton) o dislessia (Darwin).
Quanto ai contenuti, non so molto dei vari scienziati di cui narra, tranne che di Darwin (cui dedica un capitolo) e Lamarck (ivi citato). E qui ho molto da ridire. È vero, Erasmus Darwin era un evoluzionista; ma dire che il nipote ne avesse subito l'influenza non è poi così corretto, perché finché non vide con i suoi occhi l'evoluzione naturale rimase un creazionista. Credo che questo sia uno degli aspetti più importanti della sua storia: fu in grado di cambiare idea di fronte all'evidenza, diversamente da tanti altri.
Quanto a Lamarck, be', non è affatto vero che aveva torto. È una delle figure scientifiche più bistrattate e incomprese della storia, e sarebbe bello leggerlo ovunque. L'esperimento di August Weissman, che vide che tagliare la coda ai roditori non aveva conseguenze sulle generazioni successive, non dimostra proprio niente, perché fraintende completamente quello che aveva detto Lamarck: i figli prendono le caratteristiche acquisite dai genitori quando queste sono assunte spontaneamente, non a caso per mano di qualcun altro. Nell'epigenetica possiamo trovare meccanismi che danno ragione all'incompreso Lamarck. (Peraltro, sebbene l'esempio della giraffa sia il più noto, lui vi dedicò solo un paragrafo in migliaia di pagine di trattati.)
Bene, comunque, su altre cose, ad esempio perché sfata il mito della frase NON di Darwin 'sopravvive chi si adatta al cambiamento'. Ho apprezzato il capitolo su Einstein, meno dispersivo e sprezzante e con accenti su cose poco note, come il contributo della ex moglie, la fisica molto in gamba Mileva Marić. In conclusione, questo libro si fa leggere abbastanza, sia perché è più o meno scorrevole sia perché è pieno di contenuti utili e corretti. Ma se ne fossi stata l'editor avrei fatto cambiare diverse cose.
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