"Fatti di musica. La scienza di un'ossessione umana", Daniel Levitin
La musica è una scusa perfetta per parlare di percezione, piacere, apprendimento, memoria, categorizzazione e decine di altri aspetti ancora poco conosciuti della nostra mente.
In "Fatti di musica", il neuroscienziato, psicologo cognitivo e produttore musicale Daniel Levitin trasmette le sue principali passioni: il funzionamento del cervello e la musica. Un bel libro approfondito, ricco di cultura e capace di intrattenere: è molto ben spiegato, con richiami pop, alcune frasi poetiche e tocchi di umorismo. Per gli appassionati di musica (è utile anche a coloro che hanno poche basi tecniche sull'argomento, come me) e a chiunque voglia sapere perché alcune canzoni ci restano nella testa, se il talento esiste, come pensiamo, ci emozioniamo, percepiamo il mondo intorno a noi, e molto di ciò che sappiamo sui misteri che ancora circondano la cognizione umana.
(Nota dolente: è un gran peccato leggere nei libri moderni la distinzione fra cervello "rettile", dedicato a emozioni e istinti, e strutture "nuove" per ragionamento e pensieri complessi. L'ipotesi del cervello trino risale agli anni Cinquanta ed è stata smentita dai naturalisti già negli anni Ottanta, con studi di neuroanatomia comparata, ma viene ancora insegnata nelle scuole di psicologia.)
In "Fatti di musica", il neuroscienziato, psicologo cognitivo e produttore musicale Daniel Levitin trasmette le sue principali passioni: il funzionamento del cervello e la musica. Un bel libro approfondito, ricco di cultura e capace di intrattenere: è molto ben spiegato, con richiami pop, alcune frasi poetiche e tocchi di umorismo. Per gli appassionati di musica (è utile anche a coloro che hanno poche basi tecniche sull'argomento, come me) e a chiunque voglia sapere perché alcune canzoni ci restano nella testa, se il talento esiste, come pensiamo, ci emozioniamo, percepiamo il mondo intorno a noi, e molto di ciò che sappiamo sui misteri che ancora circondano la cognizione umana.
(Nota dolente: è un gran peccato leggere nei libri moderni la distinzione fra cervello "rettile", dedicato a emozioni e istinti, e strutture "nuove" per ragionamento e pensieri complessi. L'ipotesi del cervello trino risale agli anni Cinquanta ed è stata smentita dai naturalisti già negli anni Ottanta, con studi di neuroanatomia comparata, ma viene ancora insegnata nelle scuole di psicologia.)
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